Cosa sono i pavimenti autobloccanti
I pavimenti autobloccanti sono realizzati con masselli di calcestruzzo posato a secco, e nell’arco degli ultimi quarant’anni è stato uno dei pavimenti più impiegati nelle realizzazioni di pavimentazioni esterne.
Si possono trovare pavimenti in masselli autobloccanti nelle realizzazioni di arredo urbano, quindi spazi pedonali e marciapiedi. Nell’edilizia residenziale sono impiegati come pavimenti carrabili per l’accesso degli automezzi e per la pavimentazione dei vialetti di accesso. Troviamo pavimenti autobloccanti anche nei parcheggi dei centri commerciali, o nei piazzali di aziende industriali e commerciali.Le diverse tipologie dei masselli autobloccanti e i colori della superficie consentono di ottenere pavimenti esterni di grande effetto estetico e decorativo.
Indice:
- Quali sono le caratteristiche di un pavimento autobloccante?
- Come avviene la posa dei pavimenti autobloccanti
- Autobloccanti pro e contro
- Quanto durano i pavimenti autobloccanti?
- Pavimenti autobloccanti, quando vengono utilizzati?
Quali sono le caratteristiche di un pavimento autobloccante?
I pavimenti autobloccanti devono il loro successo alla semplicità della posa, all’alta resistenza alla compressione e all’estetica.
La semplicità della posa ha permesso di contenere i costi della manodopera, influendo anche sul prezzo finale del pavimento autobloccante.
L’alta resistenza alla compressione del massello si deve al calcestruzzo vibrocompresso, il materiale con cui sono realizzati.
Si possono così realizzare pavimenti destinati esclusivamente a transiti pedonali con masselli con spessore di 4 centimetri, pavimenti per esterni carrabili con uno spessore del massello di almeno 6 centimetri destinati al transito delle autovetture, fino ad arrivare a masselli aventi lo spessore di 8 centimetri e ottenere una portata pavimento autobloccante che regge il transito di camion e mezzi commerciali.
Ci sono anche masselli per pavimenti autobloccanti con uno spessore di 12 centimetri con cui sono realizzati piazzali d’industrie sottoposte a un traffico estremamente pesante, o transitati da mezzi eccezionali.
La posa a secco consente un ottimo drenaggio delle acque meteoriche e, se il sottofondo è realizzato con le adeguate pendenze, non si formano ristagni d’acqua superficiali o pozzanghere quando il pavimento è bagnato. D’inverno, quando le temperature scendono sotto i 0°C, gli autobloccanti drenanti, grazie anche alla superficie porosa e giuste pendenze che impediscono la formazione di ristagni superficiali, non risentono degli effetti negativi dei cicli di gelo e disgelo, che invece provocano danni nei piazzali realizzati in calcestruzzo.
La porosità superficiale del massello autobloccante consente anche un elevato effetto antisdrucciolo del pavimento autobloccante quando piove o la superficie è bagnata, tutto a vantaggio della sicurezza dei pedoni che vi transitano.
Un’ulteriore caratteristica dei pavimenti autobloccanti è la facilità con cui si possono rimuovere i singoli masselli, riposizionandoli altrettanto facilmente in un momento successivo.
Questo è particolarmente utile quando si devono eseguire dei lavori nel sottosuolo, come la riparazione di un tubo interrato. Il pavimento alla fine dei lavori è ripristinato correttamente, senza che si noti l’area rimossa.
Il pavimento realizzato con masselli autobloccanti non richiede manutenzioni particolari, e per pulire il pavimento basta usare una scopa.
Come avviene la posa dei pavimenti autobloccanti.
I pavimenti autobloccanti si posano a secco, senza bisogno di collanti o malte cementizie. Particolare attenzione deve essere riposta nell’esecuzione del sottofondo.
Un sottofondo correttamente eseguito aumenta la vita utile del pavimento e riduce gli interventi di manutenzione nel corso degli anni.
La massicciata di sottofondo dovrà essere ben compattata in funzione dei carichi previsti. Una cura particolare della compattazione andrà posta in corrispondenza di chiusini e caditoie, e alle zone in cui sono state posate tubazioni interrate. Nella realizzazione della massicciata di sottofondo si dovranno riportare le pendenze per il deflusso delle acque, con pendenze minime dell’1,5%.
Se il pavimento sarà transitato da mezzi pesanti il sottofondo può essere costituito da uno strato di calcestruzzo di spessore adeguato.
Sulla massicciata di sottofondo, prima della posa dello strato di allettamento, è sempre consigliabile stendere un tessuto non tessuto che separi la massicciata dallo strato di allettamento. In caso di pioggia il geotessuto impedirà alle parti fini di percolare nella massicciata, mantenendo lo strato di posa più uniforme nel tempo.
Lo strato di allettamento si ottiene con sabbia umida, e gli spessori possono variare da un minimo di 3 centimetri nel caso di posa su massicciata di sottofondo a 6 centimetri nel caso di posa su sottofondo di calcestruzzo.
E’ importante che la sabbia sia umida ma non bagnata, impedendo così un effetto pompaggio che svuoterà i giunti tra i masselli. Bisogna quindi tenere conto nel calcolare lo spessore dello strato di allettamento, e quindi anche la quota del pavimento finito, di un calo della sabbia formante lo strato d’allettamento intorno al 20 – 30 percento.
La sabbia dello strato di allettamento viene quindi staggiata per offrire un piano di posa uniforme, seguendo le pendenze già ricavate nella realizzazione del sottofondo.
In nessun caso si dovranno eseguire pendenze con lo strato di allettamento.
I masselli sono quindi posati accostandoli tra loro. I singoli masselli normalmente sono dotati di distanziatori laterali che facilitano l’ottenimento della distanza ottimale tra i singoli masselli. Nel caso questi distanziatori non fossero presenti, è importante mantenere una distanza massima di 3 millimetri tra i singoli masselli. Una volta posato il pavimento s’intasano i giunti tra i masselli con sabbia naturale asciutta.Sulla superficie si passa quindi una piastra vibrante che ha la funzione di allettare i masselli nello strato di allettamento e contemporaneamente assestare la sabbia d’intasamento. La piastra dovrà essere passata almeno 2/3 volte sul pavimento per ottenere una compattazione uniforme. Al termine della vibrocompattazione del pavimento si esegue l’intasamento finale, che dovrà avvenire in modo uniforme, lasciando uno strato di sabbia superficiale sul pavimento.
Questo strato dovrà essere lasciato sul pavimento il più a lungo possibile, per consentire un corretto intasamento del pavimento sottoposto ai carichi previsti.
Nei primi mesi ci si dovrà accertare che l’intasamento dei giunti tra i masselli sia uniforme, intervenendo con successive aspersioni di sabbia quando si riscontrano dei cali in certi punti.
Autobloccanti pro e contro
Come in tutti i pavimenti, anche per gli autobloccanti vi sono pro e contro. I pavimenti autobloccanti hanno il vantaggio di poter essere personalizzati, accostando forme e colori diversi. Si possono transitare subito dopo la fine dei lavori di posa, senza dover aspettare tempi tecnici di asciugatura o stagionatura. Si possono impiegare in ambito residenziale, industriale o pubblico e richiedono bassi costi di manutenzione.
Gli svantaggi di questi pavimenti si possono riscontrare nella formazione, tra le giunture, di vegetazione spontanea o muschi nelle parti meno esposte al sole.Nel caso avvenisse un assestamento della massicciata di sottofondo, avverranno degli avvallamenti superficiali nella pavimentazione. Se il sottofondo non è stato correttamente eseguito, non essendo pavimentazioni autoportanti, in corrispondenza di zone in cui si svolgono manovre con automezzi che richiedono frequenti sterzate, si potranno avere dei dissesti tra i singoli elementi.
In conclusione la maggior parte degli svantaggi dei pavimenti autobloccanti non è da ascrivere al materiale, ma all’insufficiente preparazione del sottofondo.
Quanto durano i pavimenti autobloccanti?
I pavimenti autobloccanti hanno una lunga durata nel tempo a condizione che la preparazione e la posa siano state correttamente eseguite.
Una posa corretta prevede che il pavimento sia bloccato perimetralmente con cordoli, così da garantire il bloccaggio degli elementi.
Pavimenti autobloccanti, quando vengono utilizzati?
I pavimenti autobloccanti sono un tipo di pavimentazione estremamente poliedrica.
S’impiega nei pavimenti esterni in diversi contesti edili, e diverse condizioni di traffico. In ambito residenziale i masselli autobloccanti sono impiegati nella realizzazione di cortili, vialetti di accesso, corselli di box per autovetture. Nell’edilizia industriale con i pavimenti autobloccanti si realizzano piazzali di manovra e aree di stoccaggio esterne delle aziende.In ambito pubblico sono il pavimento ideale per gli interventi di arredo urbano.
Troviamo molte realizzazioni di piazze, marciapiedi e piste ciclabili. In altre parole i pavimenti autobloccanti sono usati in diverse situazioni in cui si richiede un pavimento ordinato, carrabile e on costi contenuti, offrendo diverse soluzioni alle più svariate esigenze.