Norme per l’acustica edilizia, quali requisiti devono avere gli edifici?
Quali sono le norme per l’isolamento acustico degli edifici?
Godere di un adeguato isolamento acustico all’interno della propria abitazione è diventata negli ultimi anni una questione di primaria importanza, sia per i singoli soggetti che sul piano normativo. L’inquinamento acustico, nei peggiori casi, può essere causa e fonte non soltanto di disturbo, ma addirittura di danni alla salute della persona che quotidianamente subisce il danno di una fonte rumorosa, risentendo ad esempio di disturbi d’ansia o da stress; oppure, l’inquinamento acustico può recare danni nel senso che un edificio, appartamento o immobile non possa essere utilizzato ai fini per i quali era stato pensato e costruito.
L’inquinamento acustico può provenire sia dall’interno che dall’esterno. Le fonti di inquinamento acustico esterno possono essere molteplici: locali quali discoteche e simili, centri commerciali, infrastrutture, strade trafficate, ferrovie eccetera; ma il danno può essere recato anche da singoli soggetti, che all’interno della propria abitazione svolgono attività che producono rumori non tollerati e tollerabili dai vicini.
Ogni persona ha il diritto di godere all’interno del proprio ambiente domestico della necessaria pace e tranquillità per riposare e svolgere qualunque attività desiderata. Per tutte queste ragioni, la normativa acustica degli edifici residenziali è stata ripresa ed aggiornata, al fine di proteggere, prevenire e tutelare le persone fisiche che rischiano di essere soggette al danno dell’inquinamento acustico.
I principi fondamentali in materia di tutela sia dell’ambiente esterno, sia dell’ambiente abitativo sono stati elaborati in Italia piuttosto tardi: si ritrovano infatti nella legge 447 del 24/10/1995, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 117 della Costituzione. Per inquinamento acustico si intende: introduzione di rumore nell’edificio o nell’ambiente esterno tale da recare disturbo o fastidio al riposo e/o altre attività delle persone che vi risiedono.
La normativa acustica 2017 (dlgs 42 del 17/02/2017) si articola in tre decreti. Il primo tratta della normativa acustica degli edifici residenziali, il secondo dell’inquinamento acustico delle infrastrutture, il terzo dell’inquinamento acustico causato da macchinari. Tra le principali novità introdotte vi è la disciplina della figura professionale del tecnico competente in acustica e l’introduzione dell’obbligo di mappature acustiche, nonché di una valutazione territoriale dell’impatto acustico.
Per quanto riguarda la normativa acustica di edifici residenziali 2017, in particolare si stabilisce che ai fini della costruzione o ristrutturazione di un immobile andranno necessariamente rispettati i requisiti acustici stabiliti dalla legge 447/1995. Il costruttore che non rispetterà tali requisiti dovrà risarcire i soggetti che subiranno il danno da inquinamento acustico.
La legge per l’isolamento acustico degli appartamenti prevede che, tanto in caso di costruzione, quanto in caso di ristrutturazione, i progetti dei lavori debbano essere integrati da un certificato acustico, ovvero un documento che attesta che l’immobile rispetta i requisiti acustici passivi previsti dalla legge. Tale attestato acustico deve essere redatto, come accennato in precedenza, da un tecnico specializzato in materia. A questo si aggiungerà un certificato di conformità ai requisiti acustici passivi degli edifici, che a lavori conclusi dimostra il rispetto di tutte le norme per l’isolamento acustico.
In caso di ristrutturazione, infine, il progetto deve dimostrare che i lavori che si intendono intraprendere sull’immobile andranno a migliorare le preesistenti condizioni di isolamento acustico.
Cosa sono i requisiti acustici passivi degli edifici?
Il dpcm 5/12/97 stabilisce la determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici ed è pertanto il documento di riferimento per l’acustica edilizia nella normativa italiana. Tale documento elenca le tipologie di edifici, distinguendoli tra abitativi e non, e chiarendone i requisiti acustici a seconda dello scopo cui sono destinati.
Il dpcm 5/12/97 inoltre definisce i requisiti che gli edifici devono possedere al fine di rispettare le norme in merito a: isolamento dai rumori tra diverse unità immobiliari; isolamento acustico da fonti rumorose esterne; isolamento acustico da rumori di calpestio; isolamento acustico da rumori prodotti da impianti sia a funzionamento continuo che discontinuo; tempo di riverbero, per ambienti quali aule e palestre scolastiche. Il rispetto dei requisiti elencati devono essere verificati in corso d’opera, e confermati a lavoro ultimato.
Partendo dal dpcm 5/12/97, le norme elencate sono divenute requisiti acustici passivi degli edifici nel 2016. La mancata conformità ai requisiti acustici passivi degli edifici costituisce grave difetto e comporta responsabilità contrattuali (art. 1490 c.c.) o extracontrattuali (art. 1669 c.c.) degli appaltatori e dei venditori nei confronti degli acquirenti. Il risarcimento del danno può andare dal 10% al 30% del valore contrattuale dell’immobile.
I requisiti acustici passivi degli edifici 2017 sono invece stati aggiornati con la UNI EN 12354, entrata in vigore il 5/10/2017. La UNI EN 12354 tratta dell’acustica edilizia, in particolare delle valutazioni delle prestazioni acustiche di edifici a partire dalle prestazioni dei prodotti. Si articola in sei punti, che comprendono: isolamento dal rumore per via aerea tra ambienti; isolamento acustico al calpestio tra ambienti; isolamento acustico proveniente dall’esterno per via aerea; trasmissione del rumore interno all’esterno. Gli ultimi due punti disciplinano i livelli sonori dovuti ad impianti tecnici (2009) e l’assorbimento acustico negli ambienti chiusi (2006)
Quando si effettua la ristrutturazione di un edificio, comprendere nel progetto lavori volti a migliorare le condizioni di isolamento acustico, porta non solo ad un aumento del comfort all’interno dell’ambiente abitativo, ma anche ad un aumento commerciale del valore dell’immobile. Anche in caso di ristrutturazione, tuttavia, bisogna seguire scrupolosamente le norme previste in materia.
I requisiti acustici passivi della ristrutturazione prevedono non solo il rispetto del già citato dpcm 5/12/97, ma anche di specifiche leggi regionali e dei regolamenti edilizi del comune di riferimento.
Il rispetto ed il soddisfacimento dei requisiti acustici passivi devono pertanto essere applicate anche in caso di ristrutturazioni di edifici esistenti, soprattutto nel caso in cui i lavori prevedano il rifacimento anche parziale di impianti tecnologici e/o di partizioni orizzontali o verticali (ad esempio solai, coperture, pareti divisorie eccetera) e/o delle chiusure esterne dell’edificio (da ciò va esclusa l’ipotesi della sola tinteggiatura delle facciate), oppure la suddivisione di unità immobiliari interne all’edificio.
In definitiva, sono soggette ai requisiti acustici passivi tutti quegli interventi di ristrutturazione che riguardano le parti dell’edificio che rientrano nei casi contemplati dal dpcm 5 dicembre 1997.